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Tra i vulcani della Sicilia – Escursioni sull'Etna e sulle isole Eolie

  • Immagine del redattore: marikaabba
    marikaabba
  • 26 mar
  • Tempo di lettura: 7 min

2 marzo 2025 - Piano Vetore (Etna)

La sveglia suona presto, in piazza del Duomo a Catania si vedono solo poche persone mattiniere. Mi allaccio gli scarponi ed esco dall'hotel. Camminare vestita da montagna con zaino e scarponi in una città di mare mi fa un certo effetto, ma sorrido e mi dirigo verso la stazione.


L'autobus mi posa all'incrocio per Piano Vetore. Appena scesa, un vento gelido mi colpisce. È la mia prima volta in Sicilia, la terra del sole, eppure oggi il tempo sembra più quello delle mie amate Alpi.


L'Etna se ne sta coperto da una coltre di nuvole, imbocco la pista Altomontana e mi dirigo verso l'ultimo fronte lavico. Sotto i miei piedi sento scricchiolare le rocce laviche, ridotte ormai a una sorta di sabbia compatta. L'ambiente lunare lascia presto spazio a un bosco di conifere maestoso. L'ultima cosa che mi aspettavo, era proprio di trovare una macchia così rigogliosa sulle pendici di un vulcano attivo.


Le impronte nella neve mi indicano il cammino. Tra una foto e l'altra, prendo quota fino a che non mi ritrovo il cammino sbarrato. Eccomi di fronte all'ultima colata lavica. Ora non è più di colore rosso vivo, bensì nera. Facendo silenzio la si può sentire mormorare: le pietre, cadendo, creano un tintinnio che echeggia nella valle. Lei è viva e, anche se in modo impercettibile, continua a muoversi.


Mi godo lo spettacolo, la metamorfosi dell'Etna, poi torno a valle. Questo assaggio di Sicilia mi ha dato la carica per i giorni a venire!



3 marzo 2025 - Vulcano

Lascio Catania quando è ancora notte. Oggi si inizia a fare sul serio, la giornata ha una tabella di marcia molto intesa, ma l'energia è al massimo. Ad accompagnarmi in questa avventura sulle isole Eolie ci sono Massimo, guida vulcanologica, Gianluca, fotografo-videomaker e Alessandro, guida escursionistica.


Arrivati a Milazzo ci imbarchiamo sul primo aliscafo per Vulcano. Da buona montanara, ho il terrore di patire il mal di mare. Mi siedo nei posti davanti e mi concentro sul panorama che mi si para di fronte: montagne, o meglio, vulcani, si innalzano dalle profondità del mare. Mi sento a casa. L'entusiasmo è alle stelle, le gambe fremono, non vedono l'ora di mettersi in cammino.


Scesi al porto di Vulcano, ci dirigiamo verso la montagna. All'imbocco del sentiero c'è un semaforo che indica se si può salire o meno - tutto dipende dai valori delle emissioni di CO2. È verde, possiamo andare!


Il sentiero si fa subito panoramico: all'orizzonte si scorgono Lipari e Stromboli. Mentre sgranocchio qualche pistacchio, gentilmente offerto da Massimo, rivolgo lo sguardo a monte, verso le pareti verticali e osservo i segni lasciate dalle colate laviche e le formazioni rocciose. È tutto così sorprendente.


Arrivati sulla cresta della caldera, lo scenario è incredibile! Non ero mai stata così vicina a un vulcano. Ai lati del grande cono, si innalzano fumi ricchi di zolfo. Raggiungiamo il punto più alto per goderci il panorama, poi torniamo al bar davanti al porto ad aspettare il secondo aliscafo della giornata che ci porterà a Stromboli. L'avventura è appena iniziata!



3 marzo 2025 - Stromboli

Scendendo dall'aliscafo, vedo due bambini aspettare il padre al porto e signori anziani in sella alla loro ape piaggio attendere i rifornimenti. È come un momento di festa: la gente sorride, chiacchiera e scherza. L'atmosfera è calda, confortante. Sono le 16 circa e anche se vorrei stare ore a osservare la vita isolana, non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo metterci subito in cammino, perché lo spettacolo dello Stromboli non ammette ritardi.


Risaliamo le strette stradine del paese e prendiamo quota. La strada asfaltata lascia spazio ad un sentiero immerso in canneti. L'isola di Strombolicchio, con il suo faro, è tagliata dalla luce dorata del tramonto.


A tenerci compagnia lungo l'ascesa ci sono delle capre, che saltano da un cespuglio all'altro indisturbate. In cielo volano alcuni rapaci.


Essendo accompagnata da una guida vulcanologica, lasciamo la deviazione per la "Sciara del Fuoco" - percorso per chi vuole ammirarla in autonomia - e imbocchiamo l'altro sentiero, che sale sostenuto fino al belvedere dello Stromboli. Il sole è una palla infuocata, per metà sembra esser stato fagocitato dal mare.


Appoggio lo zaino sulla panca in legno, mi metto il piumino - il freddo inizia a farsi sentire - e preparo la macchina fotografica. Ogni 15-20 minuti lo Stromboli dovrebbe eruttare. Oggi, però, si rivela un po' pigro, ma dà comunque spettacolo. Anche se per i miei compagni di viaggio quelle che vediamo sono solo piccole sbuffate, per me è un evento entusiasmante. L'adrenalina è alle stelle! Cerco di immortalare ogni secondo - non sempre con grandi risultati. Sono così coinvolta che non sento né fame, né sete.


Cala la notte su di noi e, seppur vorrei rimanere ancora per ore ad ammirare lo Stromboli eruttare, è tempo di scendere a farsi una doccia, mangiare cena e soprattutto riposare. Domani ci attende un'altra isola!



4 marzo 2025 - Panarea

Nuovo giro, nuova corsa! Eccomi nuovamente su un aliscafo. Gli occhi sono ancora piccoli, il sonno è tanto, ma il viaggio mi permette di carburare.


Arrivati a Panarea, Massimo mi mostra su una mappa dipinta su una maiolica incastonata nel muro i punti salienti del nostro giro ad anello. Ci prepariamo e partiamo.


Panarea è un gioiellino, ogni casa, ogni vicolo è curato nel minimo dettaglio, nulla è fuori posto.


Dopo una breve salita tra le case di bianco tinteggiate, scendiamo alla spiaggia della Calcara per ammirare le fumarole. Panarea, infatti, non è un vulcano attivo, ma la sua origine è comunque vulcanica: la puzza di zolfo testimonia a pieno l'attività che c'è sotto i nostri piedi.


D'ora in poi sarà tutto in salita, ma non ci lasciamo scoraggiare e manteniamo un passo costante. Sarà che siamo sul livello del mare, che c'è molto ossigeno, ma il mio corpo non sente la fatica. Vorrei urlare al miracolo. Dove il sentiero si impenna, dei comodi scalini agevolano la progressione. Il panorama alle nostre spalle è maestoso, lo Stromboli non smette mai di sbuffare.


Raggiungiamo Punta del Corvo, che, con i suoi 421 metri di altitudine, è il punto più alto dell'anello. La vista spazia a 360° sulle altre isole: Alicudi, Filicudi, Stromboli, Lipari e Vulcano.


Inizia la ripida discesa. A tratti dobbiamo assicurarci con le mani alle rocce. Raggiunto il tratto in piano, sentiamo una strana presenza alle nostre spalle, ci giriamo e vediamo un asino e due muli intenti a seguirci. Ci fermiamo e regaliamo loro qualche carezza, prima di proseguire per Cala Junco.


Sulla penisola di Cala Junco è presente un villaggio preistorico: mica male come luogo dove abitare! Le calette dall'acqua trasparente sono a dir poco invitanti, anche per una come me che non ama il mare né tantomeno l'idea di poltrire sotto il sole cocente.


Un ultimo sforzo e rieccoci al porto. È tempo di tornare a Milazzo e rientrare a Catania.



5 marzo 2025 - Etna

Non potevo tornare in Piemonte senza prima esser salita su Mamma Etna. Un regalo immenso, la vera e propria ciliegina sulla torta.


Dopo un caffè al Rifugio Sapienza, prendiamo la funivia e saliamo a quota 2.500 metri. Usciamo dalla stazione e subito si apre davanti ai miei occhi un mondo surreale: distese di neve ricoprono le pendici nere dell'Etna, creando anche delle specie di crepacci. Mi sembra di essere su un ghiacciaio delle Alpi. Il mio corpo in breve tempo è passato dal livello del mare a quote alpine, muoviamo i primi passi e sento che deve di nuovo calibrarsi. Dopo una mezz'oretta, sento le mie cellule esultare, sono nella mia confort zone!


Di tanto in tanto facciamo qualche pausa per goderci il paesaggio e ascoltare i racconti di Massimo, la nostra guida vulcanologica. Metto la mano sotto terra e quando la estraggo, è calda. Questa montagna è viva, è in continuo mutamento, ogni anno cambia aspetto. Questo dettaglio mi fa molto pensare, io che sono abituata a montagne che sono definite, che si trasformano ma in tempi lunghissimi.


Arriviamo a poco più di 3.000 metri di quota - limite massimo per motivi di sicurezza - e raggiungiamo la "ferita" da cui è fuoriuscito l'ultimo magma, quello della colata lavica del primo giorno. Il colore candido della neve entra in contrasto con il nero della lava solidificata, mentre i fumi che fuoriescono dalle viscere della Terra, creano un'atmosfera surreale, spaziale.


Il tempo vola, guardiamo l'orologio e mancano trenta minuti all'ultima funivia. La stazione a monte è un piccolo puntino in basso. Ci tocca correre giù, su una neve inconsistente.


Grazie Etna, grazie Eolie, grazie Sicilia. Mi siete entrate nel cuore!



 

Quando andare?

I periodi migliori sono la primavera e l’autunno, quando le temperature sono miti. Anche d’estate è possibile fare escursionismo, ma nelle ore più fresche della giornata.

Come arrivare?

Dove dormire?

Attrezzatura

Importante da sapere


Se vuoi percorrere questi itinerari, trovi una Raccolta che li racchiude tutti sul profilo komoot della Regione Sicilia intitolata "Nella terra dei vulcani - esplorando la Sicilia tra lava e natura".


Un grazie a Massimo Scalia e a Etna Tribe  per il supporto in loco!

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